Da vedere

L’area della sorgente Rifieto in contrada Licese, alle pendici del Monte Sant’Angelo, è circondata da un bosco di 12 ettari, ricco di conifere, querce e fauna selvatica. L’acqua sulfurea ha proprietà curative.

Nella stessa area della sorgente veniva praticata la transumanza: le mandrie di mucche, provenienti da Montella, arrivavano nei pascoli adiacenti, consentendo la produzione del caciocavallo podolico. Un ramo del tratturo Pescasseroli-Candela attraversava le contrade di Savignano. Oggi è possibile seguire le antiche “vie dell’erba” con percorsi organizzati nel verde.

Il Mulino Normanno, detto anche “di Bethlemme”, è un antico opificio in forma di piramide tagliata, asservito a un antico mulino ad acqua del XII secolo. Si trova nella zona delle Cesine.


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Il monumento ai caduti, collocato nella piazza di San Rocco, fu inaugurato nel 1927, in ricordo delle vittime della Prima Guerra Mondiale, della Seconda e delle Foibe.
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L’intero territorio di Savignano è disseminato di reperti di interesse archeologico, databili addirittura al Neolitico, all’Età arcaica e al Medioevo. Fin dall’antichità, infatti, il territorio di Savignano ha rappresentato un importante corridoio naturale tra la Campania e la Puglia.
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Palazzo Orsini è, di sicuro, uno dei palazzi più importanti del borgo medievale di Savignano. Voluto da papa Benedetto XIII della famiglia Orsini, l’antico palazzo ? un tempo “Ricovero per pellegrini” – ospita oggi la sede del Municipio.
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La Via dei Finestroni è una delle vie più antiche di Savignano Irpino. A caratterizzarla sono la pavimentazione in pietra lavica e le grandi arcate che contraddistinguono le abitazioni laterali, proprio come se fossero delle ampie finestre!
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